Anche le banche si mettano in gioco

Il Piano Casa? Un intervento che favorisce sicuramente le piccole aziende e gli artigiani. Ma i punti da chiarire sono molteplici.
Questo il primo commento di Luigi Barbato, presidente di ERIF ReaI Estate, società di costruzioni con sede a Legnano, attiva sul territorio da oltre 30 anni.
«Circa il 50 per cento dei proprietari di villette avranno la possibilita di intervenire sulle proprie abitazioni — continua Barbato — generando lavoro per le piccole aziende di ristrutturazione. Ma la prima vera domanda che ci dobbiamo porre è: quante persone hanno disponibilità finanziarie per fare questi interventi?».

MA NON SOLO. Il piano casa, nelle intenzioni del Governo, servirebbe «a rilanciare il mercato dcl mattone in Italia».
Una prospettiva, questa, che in Lombardia «si scontra» con lo stato di salute del mercato immobiliare: «Innanzitutto – precisa Barbato – , non dobbiamo dimenticarci che l’attuale offerta di abitazioni supera di gran lunga la domanda. Nella sola Canegrate, nell’ultimo anno, vi sono state circa 150 transazioni immobiliari. Di queste, solamente il 40 per cento ha interessato abitazioni nuove. Ciò significa 60 abitazioni su un totale di nuove unità abitative in offerta che supera le 350 unità. Esempi di questo genere li possiamo fare in tutti i Comuni dell’Altomilanese. Bisognerebbe che le amministrazioni comunali che in questi ultimi anni hanno rilasciato concessioni edilizie a pioggia per fare cassa si pongano il problema: ci sono troppe case invendute e si rischia che alcune iniziative immobiliari falliscano. L’effetto boomerang è dietro l’angolo: su chi ricadranno i costi e i problemi sociali legati a queste concessioni rilasciate, diciamo, in maniera allegra? Di certo sulle aniministrazioni stesse.
Una norma, dunque, che seppur lodevole nelle intenzioni, coccia con il reale stato di fatto del mercato immobiliare che «sta subendo anche la chiusura quasi totale dei finanziamenti delle banche. Le Banche — conclude Barbato — dove esiste la domanda non la sostengono adeguatamente».

[ fonte: Il Giorno – 24 Luglio 2009 ]