La compravendita, l’affitto o la locazione di beni immobili come abitazioni, terreni e locali commerciali definiscono il raggio d’azione del mercato immobiliare. Questo è un settore fondamentale per il buon andamento dell’economia poiché è in grado di generare un importante indotto, basti pensare a quante altre sfere professionali sono coinvolte: mutui, ristrutturazioni e materiali per le costruzioni.

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Il mercato del mattone ha avuto un lungo ed intenso ciclo positivo di crescita del mercato nel decennio 1996-2006, anno in cui le compravendite hanno raggiunto il massimo storico di 845.051 con un incremento del 75% circa rispetto al ’96. L’inversione di tendenza è iniziata dal 2007.

Nel terzo trimestre del 2016 gli esperti tornano a parlare di ripresa delle compravendite di abitazioni. Pur rimanendo in terreno negativo (-0,9%), da giugno a settembre 2016 si è tornati a un flebile segno più (+0,1%) rispetto al periodo precedente. Secondo una nota dell’Istat, infatti: “Nel terzo trimestre 2016, sulla base delle stime preliminari, l’indice dei prezzi delle abitazioni (Ipab) acquistate dalle famiglie, sia per fini abitativi sia per investimento, aumenta dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e diminuisce dello 0,9% nei confronti dello stesso periodo del 2015 (era -0,8% nel trimestre precedente)”.

Uno studio del Sole24Ore  che stila una classifica delle provincie italiane segnate da una ripresa del mercato immobiliare mette al primo posto la provincia di Prato seguita da Livorno, Venezia e Firenze. Un vero boom dovuto soprattutto al fatto che, negli ultimi anni, gli scambi erano scesi al tal punto che una lieve riapertura del credito ha fatto aumentare di molto le compravendite. Il numero dei mutui concessi per l’acquisto delle abitazioni, infatti, è cresciuto negli ultimi tre anni, arrivando in alcune città ad essere raddoppiato. In questa situazione molto hanno influito anche le crisi di Banche storiche di questi territori (MPS, Banca popolare di Vicenza e Banca Etruria) facendo perdere la fiducia dei risparmiatori.

Stando ai dati la casa è  considerata ancora il miglior investimento. I prezzi infatti, continuano a scendere anche nelle provincie che segnano un rialzo delle compravendite. Ciò che sicuramente incide sul livello del prezzo è la grande offerta di immobili rimasti invenduti.

Nonostante la ‘ripresa’  gli esperti sono cauti e ribadiscono che la situazione è ancora molto lontana da quella pre-crisi. Nel sud Italia la situazione è peggiore che al nord. Vibo Valentia, Isernia, Cosenza e Reggio Calabria registrano ancora un trend negativo.

Se il trend nazionale delle compravendite continuerà ad aumentare, di conseguenza dovrebbero risalire anche i prezzi. Bisogna tenere conto, però, che c’è ancora molta offerta da smaltire. Molto di ciò che era stato costruito negli ultimi anni è ancora invenduto. La domanda, poi, ancora è debole a causa della crisi economica. Questo quadro porta a ritenere che, seppur qualcosa inizia a muoversi, il percorso di ripresa sarà molto lento. Si stima, infatti, che i prezzi possano segnare un nuovo massimo intorno al 2024 superiore a quanto raggiunto in precedenza.