L’ultimo piano è uno spazio dalle grandi risorse, che ambisce a essere molto di più di una semplice soffitta non abitabile.

Dalla fine degli anni ‘90, in parte a causa della saturazione dei centri urbani e dei costi sempre più alti delle case, ma anche grazie ad apposite leggi regionali che ne hanno incentivato il recupero, i sottotetti sono stati sempre più spesso oggetto di ristrutturazioni.

Molti ambienti in disuso, sono stati quindi trasformati in spaziosi appartamenti o in estensioni del piano inferiore.

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Ma quali sono i vantaggi del vivere in una mansarda?

Più luce: La luce all’ultimo piano è più abbondante rispetto agli altri piani della casa e può essere zenitale, ovvero luce proveniente dall’alto, più diretta, non influenzata dall’orientamento dell’edificio, costante durante tutto l’arco della giornata e in grado di illuminare più in profondità gli ambienti.

Più tranquillità: Chi vive in mansarda è più lontano dalla strada, può godere di maggiore silenzio e tranquillità e stare al riparo da sguardi indiscreti.

Più spazio: Chi ha bisogno di più spazio e possiede un sottotetto o un ultimo piano ad uso soffitta è di fronte a una possibilità davvero allettante: può ristrutturarlo, guadagnando nuovi ambienti abitabili o ricavando stanze in più da collegare all’abitazione esistente.

Più benessere: L’esposizione alla luce naturale di cui gode maggiormente il piano attico porta grandi vantaggi dal punto di vista del benessere psicofisico, in termini di vitalità, miglioramento dell’umore, capacità di concentrazione.

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Le altezze minime per l’abitabilità

Se avete intenzione di recuperare un sottotetto, un criterio da osservare è legato alle altezze degli ambienti, che per essere abitabili devono rispettare determinati parametri.

Sarà compito del progettista assicurarsi che l’ambiente da ristrutturare abbia i presupposti necessari richiesti dalla legge e predisporre di conseguenza il progetto più adatto.

La normativa nazionale in merito (legge 457/78, art. 43), relativamente alle altezze stabilisce quanto segue:

  • l’altezza minima dal pavimento deve essere di 2,70 metri per i locali ad uso soggiorno e di 2,4 metri per i locali di servizio, come bagni, corridoi, etc.
  • Nei comuni montani al di sopra dei 1.000 metri s.l.m. può essere consentita, tenuto conto delle condizioni climatiche locali e della locale tipologia edilizia, una riduzione dell’altezza minima dei locali abitabili a 2,55 metri.
  • Se nel locale esistono altezze inferiori, le stesse vanno chiuse ad armadio o ripostiglio.

Le leggi regionali per il recupero dei sottotetti

Molte regioni hanno emesso normative in merito al recupero ad uso abitativo dei sottotetti, con lo scopo di limitare l’eccessiva espansione delle città e ovviare alla mancanza di nuovi spazi edificabili nei centri abitati.

Riportiamo di seguito per comodità l’elenco delle regioni che hanno emesso specifiche norme sul recupero dei sottotetti e i riferimenti alle leggi stesse:

Regione Sicilia: Legge Regionale N. 4 del 16 aprile 2003

Regione Calabria: Legge Regionale N. 19 del 16 aprile 2002

Regione Piemonte: Legge Regionale N. 21 del 6 agosto 1998

Regione Emilia-Romagna: Legge Regionale N. 11 del 6 aprile 1998

Regione Veneto: Legge Regionale N. 12 del 6 aprile 1999

Regione Campania: Legge Regionale N. 15 del 28 novembre 2000

Regione Basilicata: Legge Regionale N. 8 del 4 gennaio 2002

Regione Lombardia: Legge Regionale N. 15 del 15 luglio 1996

Regione Liguria: Legge Regionale N. 24 del 6 agosto 2001

Regione Toscana: Legge Regionale N. 5 dell’8 febbraio 2010

Regione Lazio: Legge Regionale N. 13 del 16 aprile 2009

Regione Abruzzo: Legge Regionale N. 71/3 dell’8 marzo 2011

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